Il ballo delle debuttanti

di Raffaella Vitulano
 
Oltre alla crisi del debito sovrano la Ue deve affrontarne un altro, ricorda l'Economist: la crisi del debito privato provocata dalle banche enormemente indebitate e non più in grado di rimborsare i prestiti.Un crollo annunciato da tempo. Del resto, il denaro non dorme mai, e da qualche parte deve pur andare: nella finanza, tutto si crea (virtualmente) e nulla si distrugge, tutto si trasferisce semmai da una tasca all'altra. E quasi sempre nelle stesse. Soprattutto in quest'era in cui abbiamo trasferito le leve macroeconomiche a Francoforte, dove la Bce insegue il modello statunitense della Fed. Eppure John Kennedy, il 4 Giugno del '63, con un'intuizione firmò un decreto presidenziale (ordine Esecutivo 11.110), volto in pratica ad impedire che la privata Federal Reserve prestasse soldi a
interesse al Governo Federale Usa. Il Dipartimento del tesoro del governo federale fu così autorizzato a creare ed emettere valuta senza passare attraverso la Fed e senza aggravio di interessi. Dopo il suo omicidio, la Fed tornò tuttavia a stampare e prestare denaro a interessi, come
nulla fosse. La questione della ripresa e della crescita, la questione della liquidità immessa nel
sistema finanziario che non passa all'economia reale è tutta lì: in quegli interessi sul debito. Per uscirne, ci vorrebbe un quadro politico assai più propenso a sfidare l'ortodossia liberista, capace
di alzare la qualità della proposta. Anche in Germania. "Die Stunde der Strippenzieher in Berlin", l'ora dei burattinai a Berlino: così titola un lungo articolo sul sito del quotidiano conservatore Die Welt. Perfide corporazioni d'interessi, corrotte e pronte a tutto pur di ottenere un risultato, a loro unico
vantaggio (e a discapito del Paese e dei cittadini): queste sarebbero le lobby, anche quelle tedesche. Bisognerebbe tuttavia distinguere - anche nel "lobbismo" nostrano - le sfrenate, avide e
marce ambizioni al potere mosse da interessi personali e il lobbismo vero e proprio. Resta il fatto che la Germania, nonostante le critiche interne, sembra destinata a consolidare il suo ruolo. È
successo in occasione di una cena a Bruxelles al Consiglio europeo. Era stato appena servito il dolce, poco prima di mezzanotte, quando Angela Merkel ha fatto quello che i capi di Stato e di governo europei le chiedevano da mesi: dimostrare vera leadership. "I paesi della zona euro devono diventare più competitivi - ha ripetuto con insistenza il cancelliere, il controllo che finora ha esercitato la Commissione europea non basta, bisogna adattare delle misure più vincolanti".
Angela ha poi infilato la scarpetta di vetro su misura, e i destini Ue erano stati decisi. Per noi tutti, come a un ballo delle debuttanti. 

r.vitulano@cisl.it
 
(30 ottobre 2013)

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