La battaglia della taverna


  di Raffaella Vitulano

La chiamano "la battaglia della taverna": a partire da domani 1.400 controllori dell'ufficio greco per la lotta alla criminalità finanziaria (Sdoe) potranno chiudere i locali che non rilasciano la ricevuta ai loro clienti e affiggere un cartello con la scritta: "Chiuso per evasione fiscale". Non male. I greci, stremati dal dissesto finanziario, passano al contrattacco pur di far quadrare i conti. Noi, intanto, in Italia siamo vicini al secondo anniversario della lettera Bce. Quella che il 5 agosto 2011 ci imponeva l'anticipo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013 (criticato perfino dal sindacato tedesco, v. pag.3), ma anche l'obiettivo di "un fabbisogno netto dell'1% nel 2012". Una doppia e contemporanea richiesta - mai avanzata, né realizzata nella storia finanziaria europea - che chiedeva azioni dettagliate "per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro settembre 2011". Il resto è ormai storia, dato che oggi gli esperti preferiscono trastullarsi con gli interessi sul debito derivanti dai prestiti del Fondo Mes e del programma Omt della Bce (promessa di acquistare bond governativi di un Paese in difficoltà). In un'intervista rilasciata ieri alla Suddeutsche Zeitung, il professore James Galbraith sostiene come la zona euro sia sull'orlo di un'altra fase acuta della sua crisi e racconta, inoltre, che la Grecia sta per vendere l'azienda del gas, una delle principali rendite e profitti per lo stato. La critica va al governo che preferisce vendere un tale gioiello in vista di un fallimento bancario. Secondo il Wall Street Journal, la Banca d'Italia ha già iniziato una serie di nuovi ispezioni sui bilanci delle principali banche del paese a riprova del deterioramento delle condizioni delle banche italiane, che avevano superato invece bene la prima fase della crisi economica. Monito o previsione, lo verificheremo in autunno.

(r.vitulano@cisl.it)
31 luglio 2013

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