La Ferrari ingolfata
di Raffaella Vitulano
Aveva lanciato giorni fa una prima allerta, ribadendo che è
"assolutamente essenziale" per l'Italia mantenere i conti in ordine sul
pallottoliere di casa. Ma ieri il commissario europeo Olli Rehn ha
preferito dircelo direttamente a Roma, "ospite" in audizione alla
commissione Bilancio di Montecitorio. Per il nostro Paese la procedura
d'infrazione è ufficialmente chiusa, ma il governo dovrà pure dimostrare
di poter onorare gli impegni presi. E così, paragonandoci ad una
Ferrari col motore ingolfato, Rehn ha aggiunto che Grecia, Spagna e
Italia meridionale sono le aree economiche dell'eurozona dove la
disoccupazione ha raggiunto livelli "troppo elevati" e per questo
servono decise riforme pro crescita. Ma in controluce, sugli scranni
della Camera aleggiava il Two Pack, un pacchetto di regole che da' nuovi
poteri alla Commissione Ue (tra cui quello di imporre modifiche alle
leggi finanziarie) e che richiede agli Stati di dettagliare quali
investimenti abbiano davvero un potenziale di crescita e di occupazione.
Il Two Pack (seguìto al Six Pack ed approvato
dall'Europarlamento lo scorso maggio nella coltre di silenzio e
indifferenza dei politici nostrani) costituisce un'ulteriore cessione di
pezzi di sovranità nazionale verso strutture comunitarie non elettive e
spesso autoreferenziali. Come non fossero bastati gli altri vincoli
esistenti nella zona con una moneta comune, Bruxelles ha considerato la
necessità di dotarsi di meccanismi ancora più forti concepiti
specificamente per l'area. Per questo, nel novembre 2011 la Commissione
ha pensato bene di proporre altri due regolamenti per rafforzare la
sorveglianza di bilancio nella zona euro. Ora, la teoria economica
vorrebbe che un'area valutaria ottimale rispetti almeno le
caratteristiche comuni in termini di flessibilità di salari e di prezzi,
mobilità interregionale di forza lavoro e capitale, convergenza dei
tassi di inflazione, diversificazione produttiva, integrazione
fiscale.Maè ormai oggi palese che i Paesi che hanno aderito all'euro non
avevano e non hanno neppure ora caratteristiche tali da consentire la
creazione di un'area valutaria ottimale comune, idonea a compensare, al
proprio interno, gli squilibri economici esistenti, attraverso la
mobilità della forza lavoro o attraverso trasferimenti automatici e
quant'altro evidentemente necessario per garantirne la stabilità. Nessun
dubbio, dunque: la nostra Legge di Stabilità verrà in pratica scritta a
Bruxelles. Perchè, nei fatti, se laUe dovesse giudicare la bozza
italiana non conforme al Patto di Stabilità e di Crescita
(costituzionalizzato nel frattempo con il Fiscal compact, v. pag. 3), le proposte del nostro governo close to balance saranno solo carta straccia.
r.vitulano@cisl.it
(18 settembre 2013)
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