La ripresa che non c'è


di Raffaella Vitulano

La ripresa che non c'è è uno schiaffo all'Italia, anche se Roma non vuole ammetterlo. Palazzo Chigi è alle strette e teme il commissariamento formale europeo.
Ma sui conti quanto può aver davvero influito l'avvio del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese fornitrici?
Scorrendo alcuni dati online, sembra proprio che a pesare sul serio sono soprattutto i soldi versati per i salvataggi imposti dal Meccanismo europeo di stabilità (Mes), sottoscritto nel silenzio delle forze politiche: la nostra quota ad oggi, ricorda Bankitalia, è stata di 51 mld di euro e dovrà essere di oltre 125 mld in 5 anni o poco più.
Il Mes non concederà prestiti solo agli stati, ma anche alle banche. Così da Londra schizza un siluro per quelle italiane: la City non interverrà più a garantire prestiti a una banca straniera se è alleata con una banca italiana, costringendo i nostri istituti a spostarsi: la City incasserà in tal modo forti commissioni. Magari proprio da Intesa Sanpaolo o Unicredit, che nel 2007 vollero vendere il gruppo Borsa italiana al London Stock Exchange.

r.vitulano@cisl.it

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