Ombre cinesi
di Raffaella Vitulano
r.vitulano@cisl.it
(5 settembre 2013)
Giù, giù, sempre più giù, a sfiorare il junk, il livello di titoli
"spazzatura" che Moody's tiene pronto nel cassetto. Nella crisi
economica più buia, di cantiere aperto nel nostro Paese sembra restare
solo quello delle riforme istituzionali, i
cui lucchetti sembrano davvero lontani. Come noi, Irlanda e Ungheria
giocano la carta dei cambiamenti istituzionali per reagire alla crisi.
Ma i risultati potrebbero essere insufficienti. L'allarme arriva da Tony
Barber sul Financial Times, la cui opinione viene sorretta da un
ragionamento di buon senso: nulla da obiettare per l'operato di Enda
Kenny ed Enrico Letta; tentativo lodevole, ma quella che deve cambiare
davvero è la cultura politica. In altri termini, in Italia si dovrebbe
varare un sistema di partiti politici riformati che smetta di mandare
ciclicamente in parlamento centinaia di rappresentanti di interessi
costituiti, "privilegiati sabotatori" lontanissimi dagli elettori che li
hanno scelti e "incredibilmente abili nel togliere la sostanza stessa
della liberalizzazione dalle leggi che sono state studiate per portare
avanti la riforma economica e migliorare la competitività". Anche
Bruxelles ci guarda, ci biasima, e prova dal canto suo - più o meno
maldestramente, lo sapremo solo tra qualche mese - ad arginare intanto
il sistema bancario "ombra" (shadow banking) per evitare che gli sforzi
economici vengano bruciati dalla finanza creativa. La Commissione
europea ha approvato ieri un pacchetto di proposte di nuove regole sul
sistema finanziario parallelo: "Nessun mercato, nessun prodotto e nessun
attore scapperà a regole e vigilanza efficaci", sostiene trionfalmente
il commissario europeo al mercato interno, Michel Barnier. Quelli più
usati e codificati sono gestiti dalle 67 trust companies della Cina che,
lontano da una legislazione cogente, concedono prestiti senza poter
raccogliere il risparmio. Riusciremo davvero a monitorarli? Suvvia, lo
shadow banking è umbratile, chiaroscurale, impreciso per sua natura nei
contorni e nella prassi. Comunemente lo shadow banking è la combinazione
di strumenti finanziari, meccanismi articolati di intermediazione di
credito che si svolgono al di fuori dei normali canali bancari.
Ma ciò non significa che le banche non siano coinvolte nelle operazioni.
Anzi. Secondo le stime del Financial Stability Board, a livello globale
il sistema bancario ombra vale l'astronomica cifra di 51.000 miliardi
di dollari, ovvero il 25-30% di tutto il sistema finanziario, e circa la
metà del valore degli attivi di tutto il sistema bancario. Uscire dalla
crisi e dal pantano dei derivati non sarà semplice come bere un
bicchiere di Baijiu, il iquore di riso che piace tanto agli investitori
locali.
r.vitulano@cisl.it
(5 settembre 2013)
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