Storie dell'altro mondo
di Raffaella Vitulano
r.vitulano@cisl.it
(12 settembre 2013)
Ieri stavo lavorando su questo blog. Stavo scrivendo di come in Europa
il rigore sembri valere soprattutto per l'Italia, dato che la Francia di
Hollande sfonda anche quest'anno il tetto del deficit/pil al 4,1%.
Volevo raccontarvi anche di come si stia riaprendo lo scontro tra
Parlamento e Consiglio sul bilancio pluriennale 2014 - 2020. Nuvole nere
sull'Europa, per quanto il presidente del Parlamento europeo - Martin
Schulz - e quello della Bce - Mario Draghi - abbiano trovato un accordo
sulle regole di trasparenza per il nuovo ente supervisore che
controllerà 150 tra le più grandi banche dell'eurozona con un accordo
informale che sarà sottoposto oggi al voto del Parlamento europeo. Forse
vi avrei anche aggiunto di come - nel calibrare i bilancini finanziari
alla ricerca di risorse da grattare in Europa - la controversa Tobin tax
sulle transazioni finanziarie abbia subìto ieri una brutta battuta
d'arresto dopo che il servizio legale del Consiglio dell'Ue ha giudicato
la proposta "non rispettosa" dei trattati europei e "discriminatoria"
per gli stati che non parteciperanno all'iniziativa (e il riferimento
esplicito era alla schiva Londra). Una decisione che i sindacati europei
hanno immediatamente criticato.
Avrei potuto approfondire, sì. Poi lo sguardo mi è ricapitato su una notizia del giorno prima. E ho fermato la mia ricerca.
Si chiamava Rawan, viveva ad Al Hardh, regione nord orientale dello Yemen al confine con l'Arabia Saudita ed aveva 8 anni. Ha perso la vita durante la prima notte di matrimonio con uno sposo la cui età era oltre cinque volte la sua, a causa di un'emorragia interna. Spose della morte. Ad 8 anni, capite? Mosleh Al Azzani, capo della polizia del distretto di Harradh, ora smentisce, ma un coraggioso reporter freelance insiste sulla veridicità della notizia.
Ho smesso di cercare numeri. Ho smesso l'analisi di quei dati e di quelle cifre. La tastiera è diventata silenziosa di fronte alla vita reale e alla morte di quelle carni innocenti. Sono rimasta muta di fronte al racconto video di una bimba di 11 anni, Nada Al Ahdal, fuggita un mese fa al matrimonio combinatole dalla famiglia e alle minacce di morte dei genitori. Genitori che uccidono i propri figli in un mondo che conta 58 milioni di spose bambine.
Spread & spritz über alles: quando il mondo smetterà di inseguire solo la contabilità e tornerà ad occuparsi anche di Rawan e delle sue amiche, delle baby soldato dell'Uganda e delle bimbe segregate nei bassifondi cinesi occulti di Prato?
Avrei potuto approfondire, sì. Poi lo sguardo mi è ricapitato su una notizia del giorno prima. E ho fermato la mia ricerca.
Si chiamava Rawan, viveva ad Al Hardh, regione nord orientale dello Yemen al confine con l'Arabia Saudita ed aveva 8 anni. Ha perso la vita durante la prima notte di matrimonio con uno sposo la cui età era oltre cinque volte la sua, a causa di un'emorragia interna. Spose della morte. Ad 8 anni, capite? Mosleh Al Azzani, capo della polizia del distretto di Harradh, ora smentisce, ma un coraggioso reporter freelance insiste sulla veridicità della notizia.
Ho smesso di cercare numeri. Ho smesso l'analisi di quei dati e di quelle cifre. La tastiera è diventata silenziosa di fronte alla vita reale e alla morte di quelle carni innocenti. Sono rimasta muta di fronte al racconto video di una bimba di 11 anni, Nada Al Ahdal, fuggita un mese fa al matrimonio combinatole dalla famiglia e alle minacce di morte dei genitori. Genitori che uccidono i propri figli in un mondo che conta 58 milioni di spose bambine.
Spread & spritz über alles: quando il mondo smetterà di inseguire solo la contabilità e tornerà ad occuparsi anche di Rawan e delle sue amiche, delle baby soldato dell'Uganda e delle bimbe segregate nei bassifondi cinesi occulti di Prato?
(12 settembre 2013)
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